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L’ex centrocampista dell’Arsenal e del Manchester City, Samir Nasri, è stato “bandito” dal calcio per sei mesi per aver subito, nel 2016, un trattamento flebo endovenoso.
Il trattamento viola le regole dell’Agenzia Mondiale Antidoping (WADA), il quale ha portato in Spagna a un’indagine antidoping contro il calciatore francese.
La UEFA ha confermato il divieto di sei mesi in un comunicato dello scorso martedì, che recitava: “L’Organo di Controllo, Etica e Disciplina UEFA (CEDB) ha reso nota la sua decisione in seguito a un procedimento disciplinare aperto il 6 marzo 2017 contro il giocatore Samir Nasri per violazione della Regolamento UEFA anti-doping. […] Il giocatore Samir Nasri è stato dichiarato colpevole per aver usato un metodo proibito in conformità con la sottosezione M2, paragrafo 2 della Lista proibita WADA.” – il comunicato continua – “In questo contesto, la CEDB ha deciso di sospendere Samir Nasri per sei (6) mesi per violazione del Codice mondiale antidoping e del Regolamento antidoping UEFA. […] Questa decisione è stata presa il 22 febbraio ed è aperta al ricorso“.
Nasri, la vicenda anti-doping
Samir Nasri, che al momento è un giocatore libero avendo lasciato a gennaio la compagine turca dell’Antalyaspor, ha ricevuto cure da una società medica privata, Drip Doctors, nella sua camera d’albergo a Los Angeles.
In seguito ha postato per una fotografia promozionale con la co-fondatrice dell’organizzazione Jamila Sozahdah, che è stata pubblicata sul suo account Twitter a dicembre 2016.
Il tutto ha ovviamente destato sospetti e così l’Agenzia Spagnola per la difesa della Salute nello Sport (AEPSAD) ha deciso di aprire un’inchiesta, essendo Nasri, al momento del trattamento, in prestito al Siviglia dal Manchester City.
Fortuna che il Benevento non abbia deciso di puntare su di lui, probabilmente consci della situazione dell’internazionale transalpino.
Fonte: Sky Sports