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Sapevo che questo giorno prima o poi sarebbe arrivato.
Più e più volte mi ero ripromesso di mettere nero su bianco i miei ricordi di quella serata incredibile.
Uno dei ricordi più belli della mia infanzia.
Indelebile nella mia mente a distanza di oltre 16 anni.
Se siete curiosi di scoprire perchè io ricordi perfettamente quella serata e invece non mi ricordi nemmeno il nome della mia prima fidanzatina, siete i benvenuti nel cassetto dei miei ricordi, che apro per tutti voi.
Sabato 18 Dicembre 1999
Quando hai 8 anni, Sabato è il giorno più bello della settimana perchè il giorno dopo non c’è scuola.
E la sera la felicità raggiunge l’apice perchè esci insieme ai tuoi genitori per andare a mangiare una pizza coi loro amici, e questo vuol dire che vedrai i tuoi compagni di gioco preferiti, i figli degli amici dei tuoi genitori.
Arrivi in pizzeria, e prima di andare a giocare con i tuoi amici scegli la pizza da ordinare.
Da piccolo, la risposta era sempre la stessa: « Margherita + wurstel ».
Ecco, ti sei tolto l’unico onere della serata, la scelta della pizza.
Adesso puoi goderti il tuo meritato sabato sera di libertà, giocando a nascondino nella piazzetta vicino la pizzeria.
Quella sera però mi trovavo in una pizzeria dove non ero mai stato: “La Gorgonia“.
Tra l’altro qualche mese fa ho potuto constatare che purtroppo non esiste più, ha chiuso.
Non so se capita anche a voi, ma sono stato colpito da profonda tristezza e nostalgia, come ogni volta in cui scopro che un luogo che ha caratterizzato la mia infanzia non esiste più.
Tornando a noi, quella pizzeria aveva un qualcosa di diverso da tutte le altre: c’era una TV in alto a destra rispetto al nostro tavolo, con la scritta TELE +.
Un rettangolino bianco e nero segnava minuto e punteggio della partita: BAR 0-INT 0 | 01:00 | 1T.
Era appena iniziata Bari-Inter al San Nicola di Bari.
Figurina Michael Enyinnaya – Foto da www.picclickimg.com
Il Calcio lo seguivo, altrochè se lo seguivo, ricordo ancora le lacrime dell’anno prima per il rigore sbagliato da Di Biagio a France ’98. Quello stesso rigore che, per non so quale strano motivo, l’anno dopo mi convinse a tifare Vicenza.
In fondo a quell’età il calcio per me era questo, tifare per chi aveva la maglia più bella, o il giocatore dal nome più divertente.
Non avevo una squadra del cuore, non mi importava nemmeno tifare per chi vinceva di più come facevano invece molti dei miei amici.
Comunque, fatto sta che dissi a Gabriele (il mio compagno di giochi): «Gabry, oggi non gioco, voglio guardarmi questa partita».
Credo di non aver mai preso una scelta più saggia in tutta la mia vita.
Una notte magica…
Il commentatore ricordava come il Bari fosse in emergenza quella sera, avendo praticamente fuori tutto l’attacco titolare per infortunio: Spinesi-Masinga-Osmanovski.
Il mister dei galletti, un uomo panzuto con gli occhiali belli rotondi, corrispondente al nome di Eugenio Fascetti, lanciò dunque dal primo minuto quello che era l’attacco titolare della primavera, Antonio Cassano e Hugo Enyinnaya, 17 anni il primo, 18 il secondo.
E io li guardavo con ammirazione, sognando un giorno di potermi trovare al loro posto, lì su quella TV, con chissà quanti bambini che a loro volta avrebbero ammirato le mie gesta su quel prato verde.
Minuto 7. Enyinnaya prende possesso di un pallone poco dopo il centrocampo, e senza pensarci due volte fa esplodere un destro incredibile che va a trafiggere un Peruzzi non perfetto in quell’occasione.
Io non tifavo Bari, era la prima partita dei biancorossi che vedevo in vita mia, ma non so perchè quel gol mi fece urlare di gioia. Il tutto sotto gli occhi di mio padre, interista da una vita.
Non c’è un perchè, ma quel capolavoro balistico aveva suscitato qualcosa in me. Poi quando vidi che il buon Hugo andò ad esultare vicino la bandierina del calcio d’angolo, svenendo dall’emozione, feci una promessa a me stesso.
“Prima o poi, avrò la sua maglia”.
E a volte i sogni diventano realtà, anche se devi aspettare 15 anni per realizzarli.
6 minuti più tardi l’Inter pareggia con un gol di Christian Vieri.
La scena stavolta si inverte, mio padre esulta e io sono un po’ dispiaciuto per il Bari.
Finisce il primo tempo e arrivano le pizze, tempismo perfetto. L’attesa non mi è pesata affatto.
Inizia il secondo tempo. BAR 1-INT 1 | 01:00 | 2T.
I galletti pugliesi stanno incredibilmente tenendo testa ai nerazzurri, quell’Inter con giocatori del calibro di Blanc, Zanetti, Di Biagio, Zamorano, Vieri.
Ma quella serata ha qualcosa di magico, ve l’ho già detto. Ancora oggi non sono del tutto convinto di averla vissuta davvero.
Minuto 88. I grandi cominciano a pagare il conto, io mi chiedo perchè in cambio di una pizza così buona una persona voglia ricevere dei soldi. I soldi hanno un brutto odore.
Di brutto invece nel gol di Cassano non c’è niente.
Lancio della difesa barese, Cassano addomestica la palla prima di tacco a seguire, poi con la testa, continua a correre e si libera di Panucci e Blanc passandogli in mezzo, poi mentre sta quasi per cadere, in equilibrio precario, calcia la palla sul primo palo e quella palla non può far altro che una cosa: ANDARE IN GOL.
Il San Nicola esplode. Il Bari ha battuto l’Inter, grazie ad un gol di un barese, Antonio Cassano.
La Gorgonia esplode pure. Cioè, in realtà l’unico ad esultare festoso è un bambino di 8 anni, nonostante non sappia neanche dove si trovi Bari in Italia. Ma non è questo il punto.
Ero felice. Ed esultavo. Dovrebbe essere sempre così.
Ecco, io non so spiegarmi tutto ciò. Non c’è un motivo davvero valido per cui io ricordi ancora oggi quella partita in modo indelebile e invece conosca a malapena da chi è formata la rosa dell’Arsenal quest’anno.
Così come non c’è un motivo per cui voi siate stati partecipi di questa mia follia, leggendomi.
Io so solo che quella sera nacque una stella, Antonio Cassano, destinata a non brillare mai pienamente.
Quella stessa sera il destino illuse un giovane nigeriano, che per un attimo aveva sognato di poter conquistare il mondo, prima di ritrovarsi faccia a faccia con la dura realtà.
Hugo è ormai un ex calciatore, ha lasciato l’Italia ed è tornato in Nigeria, non sappiamo a fare cosa.
Ma io in qualche modo mi sento vicino a lui, perchè mentre scrivo questo pezzo indosso la maglia di quella magica serata.
ENYINNAYA 26
E ho un sogno: ritrovare Hugo, prima o poi, in qualche parte del mondo, e aprire insieme una pizzeria.
La chiameremo “La Gorgonia”.
Uno degli articoli più emozionanti che abbia mai letto… Non seguo il calcio e neanche troppo lo sport in generale, ma amo le stranezze che questo mondo porta con sé… E di quel giorno ricordo perfettamente l’emozione che provai quando sentii l’annuncio di quella coppia d’attacco così insolita… Quel giorno dai gesti di quei due ragazzi della mia stessa identica età (si vabbè dai è vero quella di Enynnaya non la sapremo mai), capii realmente che le cose impossibili esistono, basta crederle!!!
Ti ringraziamo Cosimo. Opera di “La leva calcistica della classe ’68” (https://www.facebook.com/LaLevaCalcistica/)