L’impresa in Coppa dei Campioni della Fiorentina
Nella stagione 1956/57 inizia la seconda edizione della Coppa dei Campioni e nel maggio del 1957 si gioca al Santiago Bernabeu la finale tra i padroni di casa del Real Madrid e la sorprendente Fiorentina allenata da Fulvio Bernardini.
Come sappiamo, all’epoca la Coppa dei Campioni era un po’ diversa ed alcune squadre erano esentate dal giocare il primo turno per via di sorteggi basati su criteri geografici:
- come vincitrice: Real Madrid;
- Europa Orientale: Honvéd, Rapid Vienna e CSKA Sofia;
- Europa Centrale: Fiorentina, Grasshoppers e Stella Rossa;
- Europa Occidentale: Norrköping, Rangers, Rapid Roda.
Il cammino della Fiorentina nella Coppa dei Campioni 1957, dunque, iniziò incentivato dal sorteggio. Agli ottavi di finale si ritrovano a giocare direttamente contro un’altra “fortunata” uscita alle urne di Parigi del 1956, il Norrköping, sulla quale vinse 2-1 (1-1/1-0) sul totale. Proprio come oggi per i turni a eliminazione diretta, si giocava andata e ritorno ma, diversamente dalla moderna Champions League, in caso di parità sul totale delle due partite si poteva giocare una Gara 3 per decidere il passaggio del turno.
Non servì alla Fiorentina, ma sì al Real Madrid che fermo sul 5-5 (4-2/1-3) contro il Rapid Vienna fu costretto a giocare Gara 3, match che poi vinse per 2 a 0.
Ai quarti di finale i Viola trovano sul loro cammino un’altra “esente”, gli svizzeri del Grasshoppers che superano agevolmente con un totale di 5-3 (3-1/2-2), mentre il Real Madrid supera il Nizza con uno schiacciante 6-2 tra andata (3-0) e ritorno (3-2).
Alle semifinali però si inizia a fare sul serio e la Fiorentina trova un osso duro di fronte, i serbi (allora jugoslavi ndr) della Stella Rossa di Belgrado. Un gol di misura all’andata e un pareggio a reti inviolate al ritorno permettono l’accesso alla finale per gli italiani. Alle merengues è sicuramente toccato l’avversario più ostico della seconda edizione della Coppa, il Manchester United, battuto poi 5-3 (3-1/2-2) sul totale.

La Finale della Coppa dei Campioni 1956/1957
Il 30 maggio del 1957 si disputa quindi la Finalissima della Coppa dei Campioni tra gli italiani della Fiorentina e i galácticos capitanati da Alfredo di Stefano, davanti a ben 124.000 spettatori paganti (secondo posto per numero di spettatori nella storia delle finali di Coppa dei Campioni/Champions League).

Il Real Madrid era una squadra fortissima e mister Bernardini ne era consapevole. Ma nonostante ciò preferì inserire una formazione a specchio, spregiudicata come quella dei blancos, un 3-4-2-1 con le due ali, Julinho e Bizzarri, a fare i pendolini e il fantasista col permesso di spaziare e inventare sulla tre quarti, l’oriundo Miguel Montuori, per l’unica punta Giuseppe Virgili.
La tattica scelta dall’allenatore di Viola, sembra funzionare bene e il primo tempo termina sullo 0-0, la Fiorentina, anzi, sembra essere l’unica squadra a tenere in bilico la partita contro i Campioni d’Europa in carica. Il secondo tempo inizia sulla falsa riga del primo, continua la battaglia a campo aperto tra le due compagini fino al minuto 69. Minuto in cui l’arbitro, l’olandese Leopold Sylvain Horn, decide di fischiare un rigore abbastanza ambiguo a limite dell’area di rigore.
L’oriundo di Spagna, Alfredo Di Stefano, si presenta sul dischetto e, con la freddezza che lo ha distaccato durante tutta la sua carriera, sigla il gol del vantaggio che rompe gli equilibri e mette i galácticos con un piede sul carro dei vincitori.
Giuliano Sarti incita i suoi, ma ormai i Viola sembrano aver sotterrato l’ascia di guerra e dopo poco più di 5 minuti subiscono anche il secondo gol, questa volta a è lo spagnolo Francisco Gento. a violare i pali del portierone italiano, che qualche anno dopo vincerà quel trofeo con la magica Inter di Helenio Herrera.
“Siamo usciti a testa alta“, ricorda Ardico Magnini ai microfoni di Viola Channel: “Noi potevamo benissimamente vincerla la partita, perché abbiamo sbagliato un paio di gol davanti al portiere, però loro hanno segnato su un calcio di rigore, per conto mio e anche per conto di tante persone, inesistente“.
La Fiorentina riuscì ad arrivare in cima all’Olimpo senza conquistarlo, ma quando di fronte ci sono i giganti del Real Madrid uscirne sconfitti non è un dramma, anche se rimane l’amaro in bocca per qualcosa che avrebbe potuto essere e che purtroppo non è stato.
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