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Chi era Romeo Benetti

Romeo Benetti è stato un giocatore di calcio italiano nato il 20 ottobre 1945 ad Albaredo d’Adige.
Era un atleta dotato di una struttura fisica particolarmente resistente ed era un giocatore altamente competitivo. Era noto per la sua grinta, uno stile maschile e una grande aggressività, che erano tipiche del gioco all’italiana.

La sua prestazione in campo era sempre elevata e costante. In particolare, si distingueva per il suo dinamismo e il suo furore agonistico, che gli permettevano di prevalere spesso nei contrasti. Inoltre, aveva un evidente senso tattico e una buona visione di gioco, che gli consentivano di gestire un gran numero di palloni e di impostare rapidamente l’azione offensiva.

La carriera calcistica

Carriera
Squadre di club1
1963-1964 Bolzano32 (10)
1964-1965 Siena31 (7)
1965-1967 Taranto63 (11)
1967-1968 Palermo35 (2)
1968-1969 Juventus24 (1)
1969-1970 Sampdoria27 (2)
1970-1976 Milan170 (32)
1976-1979 Juventus83 (12)
1979-1981 Roma27 (1)
Nazionale
1971-1980 Italia55 (2)
Carriera da allenatore
1981-1984 RomaPrimavera
1984-1985 Cavese
1986-1987 Carrarese
1 I due numeri indicano le presenze e le reti segnate, per le sole partite di campionato.
Il simbolo → indica un trasferimento in prestito.

Gli inizi nelle categorie minori

Romeo Benetti è stato un calciatore italiano che ha mosso i primi passi nel mondo del calcio con il Bolzano, in Serie D. Dopo una lunga gavetta in Serie C e B con le maglie di Siena, Taranto e Palermo, nel 1965-1966 il Foggia & Incedit perfezionò il suo acquisto, ma all’ultimo momento il presidente Rosa non volle ufficializzarlo poiché Benetti doveva partire per il servizio di leva.

Fu lasciato al Taranto, che ne promise per l’anno successivo l’approdo tra le file dei rossoneri; la stagione successiva questo accordo non venne tuttavia rispettato dagli ionici, che lo vendettero al Palermo.

Palermo, Juventus e Sampdoria

Con il Palermo, che lo acquistò per 50 milioni di lire, rimase solo per la stagione 1967-1968, collezionando 35 presenze e segnando 2 reti in un campionato cadetto che vide primeggiare i rosanero. Debuttò in Serie A nella stagione 1968-1969 con la maglia della Juventus, a cui fu venduto per più di 300 milioni, ma non si integrò nella squadra per la scarsa considerazione che aveva di lui il tecnico Heriberto Herrera.

Dopo una sola stagione fu quindi ceduto alla Sampdoria, nell’ambito dell’operazione che portò a Torino Francesco Morini e Roberto Vieri. A Genova, nella stagione 1969-1970, disputò 27 partite corredate da 2 gol in Serie A, e 3 partite e 2 reti in Coppa Italia.

Milan

Nel 1970 fu acquistato dal Milan, dove rimase per le successive sei stagioni. Reduce dall’esperienza blucerchiata che l’aveva visto schierato in posizione avanzata, a Milano fu il tecnico Nereo Rocco ad assegnargli quella posizione di mediano che ne avrebbe fatto la fortuna.

A Milano collezionò numerosi piazzamenti di rilievo, tra cui tre volte il secondo posto in campionato, una finale di Coppa delle Coppe e una di Supercoppa UEFA nella stagione 1973-1974, e ancora due finali di Coppa Italia nelle edizioni 1970-1971 e 1974-1975.

Durante la militanza in rossonero, fu denunciato per un fallo su Francesco Liguori del Bologna, che riportò un serio infortunio al ginocchio destro e vide la propria carriera stroncata. Nell’ultima sua stagione a Milano, a causa del temporaneo ritiro dall’attività agonistica di Gianni Rivera, vestì la fascia di capitano della squadra.

Ritorno alla Juventus

Nell’estate 1976 fu oggetto di uno scambio di mercato con Fabio Capello della Juventus. Il friulano approdò a Milano, mentre Benetti, voluto dall’ex compagno di squadra Trapattoni si trasferì a Torino.

Inizialmente, il ritorno alla Juventus fu difficile per Benetti, che dovette adattarsi a un nuovo ambiente e a un nuovo ruolo. In particolare, Trapattoni lo utilizzò come mediano, anziché come interno sinistro come era solito fare nella sua prima esperienza a Torino.

Tuttavia, Benetti riuscì a conquistarsi presto la fiducia dell’allenatore e dei tifosi grazie alle sue prestazioni costanti e alla sua dedizione in campo. Nella sua prima stagione, vinse subito il campionato e la Coppa Italia con la Juventus, contribuendo con 5 gol in campionato e 2 in coppa.

Nelle stagioni successive, Benetti continuò a essere un punto di riferimento della squadra, contribuendo a vincere altri titoli nazionali e la Coppa UEFA nel 1977. Fu anche convocato nella Nazionale italiana per disputare il Mondiale del 1978 in Argentina, dove però non riuscì a esprimersi al meglio a causa di un infortunio.

Dopo 8 stagioni alla Juventus, nel 1984 il duro calciatore di Albaredo d’Adige decise di concludere la sua carriera da calciatore e di intraprendere quella da allenatore. In totale, con la maglia bianconera, aveva giocato 292 partite segnando 25 gol, diventando uno dei giocatori più amati e rispettati dalla tifoseria.

Nazionale Italiana

© Wikipedia

Ferruccio Valcareggi, il tecnico della nazionale italiana, fece esordire Benetti in maglia azzurra il 25 settembre 1971, quando aveva 26 anni, facendolo subentrare a De Sisti durante l’amichevole contro il Messico.

Benetti divenne presto titolare della squadra nazionale e mantenne questa posizione per i successivi nove anni quasi senza interruzione.

Partecipò alle qualificazioni per il campionato europeo del 1972 e giocò nel ritorno dei quarti di finale contro il Belgio, in cui gli Azzurri furono sconfitti per 2-1 ed eliminati. Successivamente, giocò tutte e tre le partite dell’Italia durante il campionato del mondo del 1974 in Germania Ovest, che terminò con l’eliminazione al primo turno dopo la sconfitta contro la Polonia. Benetti fu uno dei pochi giocatori di quel gruppo ad essere confermati dal nuovo commissario tecnico, Fulvio Bernardini, per il successivo corso della nazionale, insieme a Zoff, Facchetti, Bellugi e Causio.

Durante la difficile fase di rinnovamento della nazionale italiana, Benetti partecipò a tre dei sei incontri validi per le qualificazioni del campionato europeo del 1976, che non portarono l’Italia alla qualificazione dopo essere arrivata terza nel girone vinto dai Paesi Bassi.

Fu sotto la guida di Enzo Bearzot che Benetti raggiunse il suo apice in maglia azzurra; il 8 giugno 1977 segnò il suo primo gol in nazionale durante una partita di qualificazione per il mondiale, vinta 3-0 contro la Finlandia a Helsinki.

Durante il campionato del mondo del 1978 in Argentina, Benetti fu una delle colonne portanti dell’Italia che esibì un grande gioco e venne eliminata solo nel girone di semifinale, tra molte polemiche, dai Paesi Bassi. Durante questo torneo segnò anche un gol nella partita del primo girone contro l’Ungheria, vinta per 3-1 a Mar del Plata.

Benetti partecipò anche al campionato europeo del 1980, ospitato dall’Italia, e disputò la sua ultima partita in nazionale il 18 giugno 1980 a Napoli nella finale per il terzo posto contro la Cecoslovacchia, dove segnò anche uno dei rigori nella serie finale che vide la sconfitta degli Azzurri.

Terminò la sua carriera in maglia azzurra con 55 presenze e 2 gol, e indossò la fascia di capitano in due occasioni.

Dopo la carriera da giocatore

Dopo aver appeso le scarpe al chiodo, l’ex calciatore friulano cominciò la sua carriera di allenatore nella stagione 1981-1982. Iniziò come allenatore della squadra Primavera della Roma, subentrando a Saul Malatrasi, e mantenne la carica per ben tre stagioni consecutive. In questo periodo, riuscì a portare a casa importanti vittorie, come il torneo di Viareggio nel 1983 e il Campionato Primavera 1983-1984, con un team promettente che vantava elementi di spicco come Giuseppe Giannini, Stefano Desideri e Paolo Baldieri.

Dopo questi successi con i giovani romanisti, nel 1984-1985, fu chiamato a guidare la prima squadra della Cavese, reduce dalla retrocessione dalla Serie B alla C1. Tuttavia, a stagione inoltrata, gli fu sostituito Corrado Viciani.

Dopo un anno di inattività, tornò ad allenare una squadra di C1, la Carrarese, nel gennaio del 1986, dove prese il posto di Corrado Orrico. Riuscì a salvare la squadra dalla retrocessione, ottenendo la conferma anche per il campionato successivo 1986-1987. Tuttavia, nonostante i suoi sforzi, non riuscì ad evitare la retrocessione dei toscani in Serie C2.

Successivamente, fu chiamato a far parte dello staff del centro tecnico federale di Coverciano, dove allenò la selezione italiana Under-15, dove passarono giocatori come Alessandro Del Piero e Gianluigi Buffon.

Durante questo periodo, studiò per accedere a Coverciano, e tra i suoi docenti trovò anche Sandro Gamba, già allenatore della nazionale italiana di pallacanestro. Inoltre, per vent’anni fu istruttore per aspiranti allenatori, e tra i suoi allievi si possono annoverare nomi importanti come Massimiliano Allegri e Antonio Conte.

In seguito, è stato anche opinionista sportivo per alcune emittenti private. Oggi, da ultra-settantenne si è ritirato a vita privata.

Il ritratto di un giocatore completo

Romeo Benetti è stato un giocatore completo, capace di ricoprire diversi ruoli in campo grazie alla sua grande duttilità tattica. Dotato di un’ottima tecnica individuale e di un senso della posizione eccezionale, Benetti era in grado di giocare sia come difensore che come centrocampista, adattandosi con facilità ai diversi schemi di gioco.

La sua personalità sul campo era caratterizzata da una grande grinta e da un notevole senso del sacrificio. Benetti era infatti un giocatore combattivo e coraggioso, capace di mettere in campo la sua esperienza per supportare i compagni di squadra e gestire i momenti critici delle partite. Era inoltre dotato di una grande capacità di recupero palla, che lo rendeva un elemento fondamentale per il gioco di ogni squadra in cui ha militato.

Ma la sua personalità non si esauriva in campo. Fuori dal campo, Benetti era un uomo riservato e dal carattere forte, sempre attento alle esigenze degli altri e alla crescita del gruppo. Era amato dai compagni di squadra e dai tifosi, che lo consideravano un punto di riferimento per la sua generosità e il suo spirito di squadra.

Il suo modo di essere si rifletteva anche nella sua vita privata, dove ha sempre dimostrato una grande passione per la famiglia e per i valori tradizionali. Questo lo ha reso un personaggio molto amato in Italia, dove è considerato uno dei simboli del calcio degli anni ’70 e una delle personalità più rappresentative del nostro Paese.

Aneddoti e Citazioni

Nel 1971 durante un Milan-Bologna fece una brutta entrata che pose fine alla carriera di Franco Liguori, centrocampista del Bologna, con un fallo che lo stesso Liguori definì “da ergastolo”. Fu aperta un’inchiesta, ma Benetti venne assolto.

Un avversario raccontò: “Era una bestia. Non importava chi avesse di fronte, se ti avvicinavi provava sempre ad abbatterti”. Romeo Benetti si difese dicendo: “non sono mai stato espulso in tutta la mia carriera.

Romeo Benetti allevava canarini in settimana e la domenica faceva collezione di tibie.
(Gigi Garanzini)

Romeo Benetti, grande mediano di spinta del Milan, della Juve e della Nazionale, al quale sono grati molti ortopedici.
(Carlo Vulpio)

Nel 2008 il Sun, famoso tabloid d’oltremanica, lo mise al quarto posto nella classifica dei giocatori “più duri” di tutti i tempi. Invitato a commentare la classifica risponde: “Mi sono incazzato: meritavo il primo posto. Io ero un vero cattivo”.

Se il Milan non mi avesse pagato non avrei mai giocato per loro… Se la Juventus non mi avesse fatto giocare, avrei pagato per farlo.
(Romeo Benetti)

 
 

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