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Come ogni transgender che gareggi in campo femminile, anche in questo caso le polemiche non mancano. Basterebbe leggere i commenti (se capite l’inglese) sotto i video che potete trovare su youtube semplicemente ricercando il suo nome.
Recentemente si è parlato della corritrice Caster Semenya, alla quale la IAAF (la Federazione internazionale d’atletica) le ha imposto una cura ormonale. “Usata come cavia da laboratorio“ avrebbe dichiarato l’atleta sudafricana. Senza poi dimenticare un caso simile successo nel mondo della Pallavolo proprio qui in Italia: Tifanny, il transgender brasiliano pallavolista del Palmi, squadra di Reggio Calabria in A2.

La wrestler in questione, una diciassettenne che negli USA è ormai è un “web celebrità” ma che facilmente sente fischi e “buh” ai suo incontri. Qualcuno urla meno allo scandalo e più al “riguardiamo le regole“, perché forse la ragazza ha “più sembianze mascoline e dovrebbe gareggiare con gli uomini. Così potrebbe crescere!“.
La verità è che è un argomento troppo delicato, e non permettere ai transgender di fare sport andrebbe contro i diritti umani. Ogni caso andrebbe analizzato singolarmente, ma questo per fortuna non compete a noi.