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Incredibilmente, uno dei pochi motivi per cui un argentino debba criticare Lionel Messi è solo perché non canta l’inno nazionale. Tuttavia, quel mistero è finito grazie a Tomás Chávez, un bambino che ha fatto da mascotte (i ragazzini che accompagnano i giocatori sul campo prima del fischio d’inizio ndr) a Messi nell’ultima partita della nazionale Argentina contro il Qatar.
Il ragazzino che ha stretto la mano di Messi nell’Arena del Gremio, ha rivelato qualcosa senza precedenti circa il 10 argentino: “E’ stato fantastico quando è venuto, un sentimento che mai più sarò in grado di sentire. Mi ha accarezzato e la sua mano era più grande della mia testa, ecco perché ha riso. L’ho abbracciato e gli ho raccontato un sacco di cose: che lo amo, che è il mio idolo, che avevo sempre desiderato conoscerlo e che non avevo mai avuto l’opportunità“.

Il clou c’è stato però quando Tomás ha confessato: “Lui sta con la bocca chiusa e canticchia l’inno, è vero, non canta l’inno, ma lo canticchia dentro, l’ho sentito, poi ha rincuorato i compagni“. Per chiudere, Tomas ha poi ricordato: “È stata un’esperienza bellissima, non so come spiegare ciò che ho provato, è stato il massimo, un sogno realizzato“. Messi si prepara per una prova di fuoco nel torneo contro il Venezuela per un posto nelle semifinali di Coppa America.