Djalma Pereira Dias Dos Santos, il suo nome intero all’anagrafe di Sao Paulo, o lateral eterno per i tifosi brasiliani e di Bassano del Grappa che lo hanno amato, è stato uno dei più grandi difensori nella storia del calcio, riconosciuto a livello mondiale per le sue abilità eccezionali e il suo contributo significativo al successo della nazionale brasiliana, un precursore dei terzini moderni. Dell’asso carioca abbiamo già parlato nella nostra intervista a Max Sambugaro, in quest’articolo andiamo ad esplorare la vita e la carriera del terzino brasiliano.
Chi è Djalma Santos?
Djalma Santos, nato il 27 febbraio 1929 a San Paolo, in Brasile, è stato un calciatore brasiliano che ha giocato come terzino destro. È noto per la sua straordinaria carriera con il Palmeiras e il Santos, nonché per i suoi successi con la nazionale brasiliana. Ha partecipato a quattro edizioni della Coppa del Mondo FIFA (1954, 1958, 1962, 1966), vincendo il torneo nel 1958 e nel 1962. Djalma Santos è stato incluso nella squadra ideale della FIFA sia nel 1958 che nel 1962, e nel 2004 è stato inserito nella lista FIFA 100 dei migliori calciatori viventi, compilata da Pelé. Negli anni ’70 decise poi di esportare la Ginga in Italia, un passo di Capoeira apportato al calcio da Pelé e dai suoi compagni di nazionale in quegli anni che ci spiega bene cosa sia Fanpage.
La Carriera di Djalma Santos
Gli Inizi
Djalma Santos iniziò la sua carriera professionistica nel Portuguesa, un club di San Paolo, nel 1948. Nato e cresciuto in una famiglia modesta, Djalma Santos mostrò fin da giovane varie passioni, tra cui motori e calcio.
Un grave infortunio alla mano destra gli impedì di realizzare l’ambizione di diventare pilota. Tuttavia, questo contrattempo non segnò la fine dei suoi sogni sportivi, infatti, le sue eccellenti prestazioni con l’Internacional, un piccolo club della provincia di San Paolo, non passarono inosservate. Fu notato da club importanti come Ypiranga e Corinthians, che gli offrirono un provino. Il futuro campione brasiliano scelse però scelse di unirsi alla Portuguesa per una ragione pratica: aveva bisogno di continuare a lavorare per mantenersi. Trovò un accordo che gli permetteva di allenarsi durante il giorno e di continuare a lavorare come calzolaio la notte.
Fu scoperto da un talent scout locale e rapidamente integrato nelle giovanili del Portuguesa. Le sue eccezionali capacità difensive e la sua abilità di avanzare sulla fascia destra lo resero un terzino moderno, molto apprezzato dai tifosi e dagli addetti ai lavori.
Durante i nove anni trascorsi al Portuguesa, Djalma Santos sviluppò un gioco difensivo solido, combinato con una spiccata abilità nel supportare le azioni offensive. Era noto per la sua velocità, la sua resistenza fisica e la sua precisione nei cross, qualità che lo rendevano un giocatore completo. Queste caratteristiche gli valsero la convocazione nella nazionale brasiliana già nei primi anni ’50, rendendolo uno dei punti di riferimento della squadra.
Djalma Santos al Palmeiras
Nel 1959, Djalma Santos fece il grande salto trasferendosi al Palmeiras, uno dei club più prestigiosi del Brasile. Qui, il suo talento esplose definitivamente. Con il Palmeiras, Santos vinse numerosi titoli, tra cui il Campionato Paulista e il Torneo Rio-San Paolo, confermandosi come uno dei migliori terzini del mondo. La sua capacità di marcare strettamente gli avversari, combinata con la sua abilità di inserirsi nelle azioni offensive, lo rese un giocatore determinante per i successi del Palmeiras.
Inoltre, Djalma Santos fu uno dei pionieri del ruolo di terzino moderno, anticipando quello che sarebbe diventato uno standard nel calcio mondiale. La sua visione di gioco e la sua intelligenza tattica lo resero non solo un difensore di grande valore, ma anche un leader in campo, rispettato da compagni di squadra e avversari.
Durante la sua permanenza al Palmeiras, Santos continuò a brillare anche in nazionale, rappresentando il Brasile in quattro edizioni della Coppa del Mondo FIFA (1954, 1958, 1962, 1966). Fu una figura chiave nelle vittorie del Brasile nei Mondiali del 1958 e 1962, consolidando la sua reputazione di uno dei migliori difensori di tutti i tempi.
Ultimi anni di carriera all’Atletico Paranaense
Verso la fine della sua carriera, Djalma Santos si trasferì all’Atletico Paranaense. Il presidente del club, Jofre Cabral, determinato a rafforzare la squadra, riuscì a trovare un accordo economico con Santos e assicurarsi la sua promessa di unirsi al club. Il trasferimento fu finalizzato alla fine del 1968, e nonostante la morte del presidente, Djalma Santos mantenne fede al suo impegno.
Anche avvicinandosi ai quarant’anni, Santos continuava a dimostrare la sua eccellenza in campo, combinando la sua vasta esperienza con un impegno incessante. Si racconta che, di fronte a un’ala sinistra avversaria particolarmente veloce, scambiasse posizione con Julio, il terzino sinistro dell’Atletico, per giocare sull’out mancino e sfruttare al meglio le sue abilità difensive.
Con Djalma Santos in squadra, accompagnato dagli ex compagni Dorval e Bellini, l’Atletico Paranaense vinse il Campionato Paranaense del 1970. Il suo ritiro dal calcio giocato avvenne il 21 gennaio 1971, dopo una partita contro il Gremio. L’affetto dei tifosi dell’Atletico Paranaense per Santos è testimoniato dal fatto che lo hanno eletto come il miglior giocatore del XX secolo a vestire la maglia del club.
Il successo con la nazionale brasiliana
Il punto culminante della carriera di Djalma Santos fu il suo contributo alla nazionale brasiliana, una delle squadre più iconiche della storia del calcio. Debuttò con il Brasile nel 1952, dimostrando subito il suo valore come uno dei migliori difensori del mondo. La sua prima grande competizione internazionale fu la Coppa del Mondo del 1954 in Svizzera, dove il Brasile fu eliminato ai quarti di finale dall’Ungheria.
La Coppa del Mondo 1958
Nel 1958, Djalma Santos partecipò alla sua seconda Coppa del Mondo, tenutasi in Svezia. Anche se non fu titolare nelle prime partite del torneo, la sua opportunità arrivò nella finale contro la Svezia. La prestazione di Djalma Santos in quella partita fu straordinaria: non solo difese con efficacia, ma contribuì anche alle azioni offensive, dimostrando una versatilità rara per un difensore dell’epoca. La sua performance fu così impressionante che, nonostante avesse giocato solo una partita, fu incluso nella squadra ideale del torneo. Il Brasile vinse la finale 5-2, conquistando il suo primo titolo mondiale .
La Coppa del Mondo 1962
Djalma Santos continuò a essere un punto fermo della nazionale brasiliana e partecipò alla Coppa del Mondo del 1962 in Cile. Questa volta, giocò un ruolo più centrale sin dall’inizio del torneo. La sua esperienza e la sua leadership furono fondamentali per guidare una squadra piena di talenti, inclusi Pelé e Garrincha. Il Brasile vinse nuovamente il titolo, battendo la Cecoslovacchia 3-1 in finale. Djalma Santos fu nuovamente inserito nella squadra ideale del torneo, confermando il suo status di uno dei migliori difensori al mondo .
Le altre competizioni e il ritiro
Oltre alle vittorie nelle Coppe del Mondo, Djalma Santos rappresentò il Brasile in altre competizioni internazionali, inclusi i Campionati Sudamericani (ora Copa America) e vari tornei amichevoli. La sua carriera internazionale si concluse nel 1968, dopo 98 presenze con la nazionale brasiliana, un numero impressionante per l’epoca. Santos fu apprezzato non solo per le sue abilità difensive, ma anche per la sua sportività e il suo comportamento esemplare in campo, che gli valsero il rispetto di compagni e avversari .
Djalma Santos a Bassano del Grappa
Dopo il ritiro dal calcio giocato, Djalma Santos si trasferì in Italia, precisamente a Bassano del Grappa, una scelta che avrebbe marcato significativamente la sua vita post-carriera. Tra il 1974 e il 1976, Santos collaborò con il Bassano Virtus, un club locale, dove si dedicò alla formazione dei giovani calciatori. Il suo arrivo in Veneto fu accolto con grande entusiasmo, dato il suo prestigioso passato come uno dei migliori difensori del mondo.
La collaborazione con il Bassano Virtus
A Bassano del Grappa, Djalma Santos non si limitò a svolgere il ruolo di allenatore, ma si impegnò a fondo nel progetto giovanile del Bassano Virtus. Insieme all’ex compagno di squadra Cinesinho, fondò una scuola calcio che mirava a trasmettere ai giovani non solo le tecniche calcistiche, ma anche i valori sportivi che avevano contraddistinto la sua carriera. La presenza di una leggenda del calcio come Djalma Santos fu una grande fonte di ispirazione per i giovani calciatori della regione.
Impegno e filosofia
Santos portò con sé una filosofia di gioco e di allenamento che enfatizzava la disciplina, la tecnica e l’integrità. La sua esperienza internazionale e il suo approccio metodico furono fondamentali per il miglioramento delle capacità dei giovani atleti. I suoi allenamenti erano noti per essere intensivi e mirati allo sviluppo completo del calciatore, sia dal punto di vista fisico che mentale. Il suo lavoro a Bassano del Grappa rifletteva la sua passione per il calcio e il desiderio di restituire qualcosa allo sport che gli aveva dato tanto.
Un impatto duraturo
Il periodo trascorso a Bassano del Grappa rappresentò una fase significativa nella vita di Djalma Santos. La sua dedizione al calcio giovanile non solo contribuì alla crescita del Bassano Virtus, ma lasciò anche un’impronta duratura nella comunità locale. Il suo approccio umile e la sua disponibilità a condividere le sue conoscenze fecero sì che fosse rispettato e amato da tutti coloro che ebbero la fortuna di lavorare con lui. Anche dopo il suo ritorno in Brasile, la sua eredità continuò a influenzare il calcio giovanile a Bassano del Grappa.
Post-carriera e Morte
Vita Post-carriera
Ritorno in Brasile
Dopo la sua esperienza in Italia, Djalma Santos tornò in Brasile, dove il suo amore per il calcio continuò a manifestarsi in modi diversi. Nonostante avesse appeso le scarpe al chiodo, la sua passione per il gioco rimase intatta. Decise di investire il suo tempo e le sue energie nell’allenamento e nella formazione delle giovani generazioni, un compito che considerava di estrema importanza.
Ruolo di allenatore e formatore
Djalma Santos iniziò la sua carriera post-calcistica come allenatore, assumendo brevemente la guida tecnica di club in Bolivia e Perù. Tuttavia, capì presto che la sua vera vocazione non era tanto nel guidare squadre professionistiche, quanto nel formare giovani calciatori. Il suo approccio educativo era noto per essere rigoroso ma giusto, mirato a instillare nei giovani non solo le abilità tecniche necessarie per il gioco, ma anche i valori fondamentali di disciplina, rispetto e sportività.
Impegno nel calcio giovanile
In Brasile, Djalma Santos lavorò con diverse scuole calcio e accademie, dove si dedicò con passione alla crescita e allo sviluppo dei giovani talenti. Era rispettato non solo per il suo passato glorioso, ma anche per la sua capacità di comunicare e di trasmettere i valori del calcio in modo efficace e coinvolgente. Il suo impegno gli valse un grande rispetto, sia in patria che all’estero, rendendolo una figura amata e ammirata nel mondo del calcio giovanile.
Il lascito
Il lavoro di Djalma Santos con i giovani calciatori non era solo una continuazione della sua carriera, ma una missione per lasciare un’eredità duratura. Credeva fermamente che i valori appresi nel calcio potessero avere un impatto positivo sulla vita dei giovani, insegnando loro lezioni di vita importanti che andavano oltre il campo da gioco. Il suo impegno nel formare i giovani atleti ha contribuito a garantire che le future generazioni di calciatori potessero beneficiare della sua vasta esperienza e saggezza.
Morte
Djalma Santos morì il 23 luglio 2013 a Uberaba, in Brasile, all’età di 84 anni, a causa di complicazioni respiratorie. La sua morte fu un momento di grande dolore per il mondo del calcio, che perse non solo un grande giocatore, ma anche un uomo che aveva dedicato la sua vita al miglioramento del gioco e alla formazione delle nuove generazioni di calciatori .
Djalma Santos è ricordato come uno dei più grandi difensori della storia del calcio. La sua carriera è stata caratterizzata da successi straordinari con il Palmeiras, il Santos e la nazionale brasiliana. Dopo il ritiro, continuò a contribuire al calcio come allenatore e formatore, lasciando un’eredità eterna, portando la Ginga in quel di Bassano del Grappa, ben lontani dal Brasile. La sua passione per il calcio e il suo impegno verso i giovani calciatori hanno reso Djalma Santos una figura indimenticabile non solo nel calcio ma nello sport in generale.
STORIA DEL CALCIO | ''La leggenda del numero 7''
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