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In termini fisici la velocità è una grandezza che esprime il rapporto tra lo spazio percorso da un corpo e il tempo impiegato a percorrerlo.
La velocità motoria rappresenta la capacità di effettuare gesti ad alta velocità esecutiva. Questa caratteristica è estremamente legata alla tipologia delle fibre muscolari e, in particolare, alla percentuale di fibre veloci che costituiscono i muscoli coinvolti nel gesto motorio specifico; ragion per cui possiamo considerarla una caratteristica geneticamente preesistente e quindi poco modificabile attraverso l’allenamento.
La velocità del calciatore non è una velocità di tipo “puro”, ma è composta da vari elementi:
- Forza esplosiva (FE): caratteristica legata alla percentuale di fibre veloci all’interno dei muscoli coinvolti.
- Velocità percettiva (VP): capacità dell’atleta di saper comprendere, da un punto di vista tecnico, una determinata azione di gioco e, di conseguenza, saper intervenire in tempi brevissimi ed efficaci.
- Velocità di anticipazione (VA): capacità di intuire e anticipare l’azione dell’avversario.
- La velocità di reazione (VR): capacità di reagire istantaneamente nei confronti di azioni imprevedibili
- La velocità motoria ciclica e aciclica (VM-C/A): capacità di effettuare gesti ciclici, come la corsa, oppure aciclici, come i balzi, ad alta velocità esecutiva.
- La velocità di azione (VAz): capacità tecnico-coordinative calate in un contesto situazionale esasperato dalle pressioni degli avversari e dalle necessità di gioco.
Come è possibile allenare la velocità?
Essere veloci, esplosivi, reattivi è il desiderio di molti ma purtroppo è un traguardo molto difficile se geneticamente non si possiede “la predisposizione alla velocità”,ovvero, avere o meno una tipologia muscolare ben precisa. Senza questo l’allenamento, pur corretto e mirato che sia, rischia di cadere nel vuoto.
Ma dato che nel calcio la media di uno sprint è di circa 20 metri, più che di velocità pura è più corretto parlare di capacità di accelerazione. Dato che l’accelerazione dipende dalla forza massimale ed esplosiva, è possibile combinare qualcosa di concreto.
Quando si affrontano le problematiche dell’allenamento della velocità bisogna considerare alcuni punti importanti, quali:
- Gli sprint nel calcio sono piuttosto brevi (20m circa) quindi non è corretto parlare di resistenza alla velocità ma di resistenza alle accelerazioni (Repeated Sprint Ability RSA).
- Un idoneo allenamento delle capacità di forza comporta sempre un miglioramento delle capacità di accelerazione
- In ogni seduta di allenamento riguardante la velocità, dovrebbero sempre essere presenti esercizi riguardanti i vari aspetti della velocità
- Gli allenamenti della forza massimale dovrebbero essere considerati, a tutti gli effetti, come degli allenamenti costitutivi dell’allenamento di velocità.
- Lo sprint effettuato con palla è un gesto di tipo submassimale e quindi va utilizzato solo come mezzo di allenamento per la velocità di azione (VAz)
- Nell’ambito delle esercitazioni dell’aspetto cognitivo della velocità, occorrerà privilegiare le esercitazioni che comportino una risposta complessa (risposta motoria non conosciuta) che è specifica del calcio
- Durante il gioco gli sprint sino a 5 metri sono circa il doppio rispetto a quelli compresi tra 5 e 20 metri e circa 5 volte maggiori rispetto agli sprint la cui lunghezza supera i 20 metri. Il lavoro di velocità dovrebbe essere incentrato sugli sprint corti e, in ogni caso, la loro lunghezza massima dovrebbe essere di 25/30m
- Senza un adeguato miglioramento delle capacità di forza massimale ed esplosiva risulta molto difficile, se non impossibile, migliorare la velocità soprattutto nello sprint breve.