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A Firenze spesso e volentieri scommettono su alcuni giocatori, giovani o meno giovani fa poca differenza, ciò che invece la differenza la fa eccome, è che queste scommesso altrettanto spesso vengano vinte.

Quella di quest’anni si chiama Dusan Vlahovic, che con Castrovilli e il figlio d’arte Chiesa sono i giovani terribili della Fiorentina made in USA di Commisso. Il campione serbo si è aperto a La Gazzetta dello Sport dopo la sua esperienza col Coronavirus, anche se qui non ne parla.

Questa la sua intervista:

La rete più spettacolare della sua giovane carriera?
«Il gol più importante e più bello l’ho segnato contro l’Inter. Perdevamo 1 a 0. Era il 93’, sono scattato, ho retto il contrasto e ho mirato nell’angolo alto senza pensare ad Handanovic. La mia rete ha fruttato un punto contro l’Inter che, in quel momento, era prima in classifica».

Negli occhi resta il suo duello spalla a spalla con Skriniar. «È un osso duro. Ma sono riuscito a resistere. Alcuni hanno paragonato il mio gol a una rete di Bale a San Siro contro l’Inter. Ma per arrivare ai livelli di Bale devo ancora lavorare tantissimo».

Il Partizan è stata la sua prima squadra importante.
«Il gol con il mio vecchio club che mi ha dato più soddisfazio- ne l’ho segnato nella finale di Coppa di Serbia contro lo Javor Matis a soli 16 anni».

A Cagliari ha segnato le sue prime reti in Serie A.
«Una gara davvero strana. Forse la peggiore della Fiorentina in questa stagione. La mia prima doppietta, ma non ero contento. Avrei voluto che il mio primo gol in A portasse punti».

Splendida anche la rete messa a segno al San Paolo. «Ho avuto un po’ di tempo per pensare. Ho guardato l’angolo opposto, ho mirato con il giro giusto e ho fatto gol. Segnare una rete così nello stadio dove ha giocato Maradona è stato incredibile. In più abbiamo conquistato tre punti».

Infine la doppietta a Marassi contro la Samp: un gol su rigore, un gol con un tocco facile. «I gol brutti ma pesanti sono importanti. I grandi attaccanti segnano in ogni modo. E le reti di Genova hanno portato tre punti».

L’insegnamento più importante ricevuto da Montella?

«Lui ha sempre creduto in me, sin dal suo arrivo e mi ha dato grandissima fiducia. Ha alzato la mia autostima e mi ha sempre ripetuto che per un attaccante un gol brutto conta quanto uno bello».

E da Iachini?
«Ci fa lavorare sodo, mi sta aiutando molto insegnandomi i movimenti giusti, la posizione da tenere in campo. Darò tantissimo per lui perché prima di tutto è una persona buona e onesta».

Finalmente ha giocato contro il suo mito Ibra: cosa pensa del gol che è stato annullato a Zlatan?

«Dal campo è difficile dare un giudizio sull’episodio. Se arbitro e Var hanno deciso di annullarlo penso che abbiano avuto le loro ragioni. Ho chiesto a Ibra la maglia e lui me l’ha data. Un gesto da campione».

L’attaccante italiano più forte?
«In questo momento Immobile sta facendo cose fuori dal comune e ha un media gol impressionante».

E tra gli stranieri? «Domanda facile per me: Ibra. A parte lui dico Ronaldo, Lukaku e Dybala».

Cosa ruberebbe ad Haaland? «Niente. Ho fiducia in me. E se continuerò a lavorare e a migliorare sono convinto che potrò arrivare lontano».

Commisso la considera un pilastro della Fiorentina del futuro.
«Sono sempre convinto di legarmi ancora più a lungo alla società viola, questa è la mia seconda casa. Mi hanno accolto e mi trattano come un figlio. Il mio sogno è di lasciare il segno a Firenze e, perché no, vincere qualcosa».

Come festeggerà il suo primo gol post pandemia?
«Sarebbe bello correre sotto la curva Fiesole piena di tifosi. Ma temo che per molto tempo non li avremo al nostro fianco. Sarà dedicato a tutte le persone che mi sono state d’aiuto e a chi è in prima linea a lottare contro questo terribile virus».

Spera che Chiesa resti? «Sono scelte personali e non posso assolutamente entrare nel merito. Però posso dire che Federico è un calciatore top e con lui mi trovo a meraviglia. Mi piace quando festeggia i gol scivolando sulle ginocchia».

Che le ha insegnato Ribery? «È un esempio in campo e fuori. Con noi giovani è un vero maestro. Lui è uno dei top 5 del calcio mondiale ha sempre fa- me di calcio e di vittorie».

 
 
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