Partiamo dal nome, in modo da poter capire cos’è. il neologismo è spagnolo e deriva dal termine rabo, che in castigliano significa coda. Sembra sia stato coniato in questo modo perché ricorda le codate che le mucche sono solite rifilare se infastidite dalle mosche. In Brasile l’incrociata, o rabona, è conosciuta come chaleira (teiera) o letra (lettera), forse perché tante teiere sono arzigogolate e perché certe lettere scritte in maiuscolo sembrano attorcigliarsi.
La rabona è dunque un modo di calciare la palla che fa sembrare quasi avere una gamba in più, una sorta di coda appunto. In genere è utilizzata dai calciatori per evitare di calciare col piede sbagliato, magari perché non lo si sa usare bene, o per semplice velleità. In sostanza si porta il piede preferito, o quello con cui si vuole calciare, dietro quello di appoggio in modo da colpire il pallone con una sorta di accavallamento delle gambe.
Il vero inventore di questa giocata è Giovanni Roccotelli, detto Cocò, ed è uno dei pochi calciatori, forse l’unico, a darsi il soprannome per conto suo: “Quando ero giovane, tutti parlavano del Brasile di Didì, Vavà e Pelé. Un giorno non ce l’ho fatta più e ho detto: e allora a me chiamatemi Cocò. Didì, Vavà, Pelé e Cocò: bello, no?“. Leggi di più su Cocò Roccotelli.
STORIA DEL CALCIO | Coco' Roccotelli: il Re della Rabona
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