“È un ragazzino con la struttura da pugile welter, ma con i piedi di Fred Astaire. Ecco perché nessun difensore riesce a fermarlo. Sembra costruito in laboratorio per quanto è perfetto, è un miracolo della genetica”
Lo scrittore spagnolo Manuel Vazquez Montalban descrive così Luis Nazario De Lima, al secolo Ronaldo. Il fuoriclasse ex Inter, Milan, Real Madrid, Barcellona etc etc, è una leggenda vivente del calcio pari a Maradona e Pelè.
Qualcuno, quando giocava, esagerava nel candidarlo prima di questi due mostri sacri qui, ma oggi la storia ci dice che nell’olimpo dei più grandi, proprio tra gli dei, c’è anche lui.
GLI INIZI DI UN FENOMENO
O fenomeno, proprio questo era ed è il suo appellattivo. Uno che col pallone tra i piedi fa quello che vuole: in pochi anni è uscito dalla miseria della favelas in cui era cresciuto ad essere uno dei giocatori più acclamati e pagati del mondo.
La sua favola inizia a Bento Ribeiro, poverissimo ammasso di baracche nello stato di Rio de Janeiro.
Ed è proprio qui che nasce il bambino destinato a diventare leggenda. Il ragazzino è un fenomeno, si capisce da come calcia e dai dribbling secchi sui compagni, come fossero birilli, anche a piedi nudi.
Passa ore ed ore a calciare, sognando (proprio come il piccolo Maradona) di giocare per la seleçao e vincere il mondiale. Nel quartiere ormai non ha più rivali, così lo chiama la squadra di zona. Il suo nome inizia a circolare, segna doppiette, triplette o anche sette gol.
Finalmente inizia a suscitare la curiosità di alcuni osservatori e qualcuno si muove. A soli 14 anni Ronaldo riceve il suo primo contratto da professionista con il Social Ramos Clube e con uno stipendio non proprio stellare: i soldi a malapena bastano per l’autobus che lo porta al campo d’allenamento e per mettere qualcosa sotto i denti.
Non poco, per chi, come lui, solo poco tempo prima pativa la fame. Nel Social Ramos lo vede giocare Jairzinho e se ne innamora subito – “Non ho mai visto un talento come questo” – dirà l’ex ala verdeoro.
Jairzinho lo porta al Sao Cristovao, ed è qui che ha inizio la sua scalta verso l’olimpo del calcio.
L’ESORDIO IN NAZIONALE
Ronaldo non è un bluff. Anche sui campi veri continua a strabiliare tutti, così come faceva a piedi nudi tra le baracche impolverate.
Segna a raffica, così dopo soli due anni approda al Cruzeiro di Belo Horizonte. Qui diventa una stellla e a soli 17 anni fa il suo esordio in nazionale maggiore contro l’Isalnda (3-0 il 4 maggio 1994).
Si ritrova così a vincere i mondiali americani contro l’Italia dei vari Maldini, Baresi e Baggio. Ma il talento brasiliano non gioca, ruba il mestiere con gli occhi ai più esperti Romario e Bebeto.
È solo questione di tempo: ne è testimone la Copa America giocata tre anni più tardi.
Pur non giocando i mondiali, inziano a bussare le sirene europee, molti sono i grandi club che si offrono, ma gli amici e l’entourage lo convincono a volare basso, a scegliere un campionato di buon livello senza confrontarsi subito con l’asprezza di campionati come quello italiano o inglese.
È ancora il 1994.
IL GIRO D’EUROPA
Sceglie il PSV. Il club olandese spende 11,5 miliardi di lire (più o meno 5 milioni d’euro), per assicurarsi i suoi gol: in due stagioni gioca 56 match segnando 55 gol, non male. Vince la Coppa d’Olanda e ad Eindhoven vorrebbero trattenerlo, ma dalla Spagna arriva un’offerta di 30 milardi. Irrinunciabile.
Nel 1996 si trasferisce a Barcellona, ci rimane solo un anno (47 gol in 49 incontri), e tanto basta per vincere Coppa delle Coppe, Coppa del Re e Supercoppa spagnola.
Nell’estate del ’97 però si profila l’Italia nel suo futuro. Arriva un’offerta dall’Inter e una dalla Lazio: il presidente Cragnotti vorrebbe lanciare dei prodotti alimentari in Sudamerica.
A spuntarla è l’Inter di Massimo Moratti: al Barça vanno 52 miliardi (cifra superata solo dal trasferimento di Denilson al Betis, con la quale vincerà poi la Coppa Uefa) e al giocatore uno stipendio stellare per l’epoca, 8 miliardi di Lire.
Qui rimane fino al 2002: vince una Coppa Uefa e il suo primo Pallone d’Oro, rimedia un infortunio al tendine rotuleo e segna 59 reti in 99 partite.
Nel luglio 2002, subito dopo il termine del vittorioso campionato del mondo in Corea e Giappone, Ronaldo ruppe con il tecnico interista Cúper e chiese di essere ceduto, a meno di ricevere un adeguamento dell’ingaggio.
Dopo una trattativa durata tutto il mese d’agosto e condotta tra il furore dei tifosi, il giocatore brasiliano fu ingaggiato dal Real Madrid il 31 agosto 2002 poco prima della mezzanotte (termine ultimo per la consegna della lista dei calciatori per le competizioni UEFA per club).
Le due società raggiunsero l’accordo per il trasferimento in Spagna del giocatore sulla base di 45 milioni di euro, 35 in contanti pagabili in cinque anni più altri 10 da versare a dicembre 2002 se l’Inter (come poi avvenne) non avesse scelto in cambio un giocatore del Real.
Con la squadra, fresca vincitrice della Champions League e della Supercoppa europea, nel dicembre 2002 vinse la Coppa Intercontinentale.
I successi ottenuti con il nuovo club e il titolo mondiale conquistato con la Nazionale brasiliana, gli permisero di ricevere il 17 dicembre 2002 il secondo Pallone d’oro della carriera.
Nella stagione 2002-2003 vinse il campionato spagnolo, mentre all’inizio di quella successiva, Ronaldo conquistò la Supercoppa nazionale.
In quattro stagioni e mezzo al Real Madrid Ronaldo vanta 177 partite ufficiali con 104 gol e il secondo titolo di Pichichi nel 2004.
Il 30 gennaio 2007, Ronaldo approdò al Milan per la cifra di 7,5 milioni di euro. Una clausola del contratto d’acquisto prevedeva che, nell’eventualità (poi verificatasi) del raggiungimento di un posto utile alla qualificazione alla Champions League 2007-2008, il Milan fosse tenuto a versare al Real Madrid un ulteriore corrispettivo di 500.000 €.
Ronaldo ha firmato un contratto con il Milan fino al 30 giugno 2008.
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In base al regolamento UEFA, che proibiva a qualsiasi calciatore di poter giocare in una stagione sportiva europea con due o più squadre diverse, Ronaldo non ha potuto essere schierato nell’edizione 2006-2007 della Champions League, essendovi stato utilizzato in precedenza dal Real Madrid.
L’esordio in campionato con il Milan è avvenuto l’11 febbraio 2007, subentrando nel secondo tempo dell’incontro casalingo contro il Livorno, vinto 2-1.
Nella giornata successiva, in trasferta contro il Siena, ha realizzato una doppietta nell’incontro vinto dal Milan per 4-3.
Nel derby dell’11 marzo 2007, ha realizzato il gol del provvisorio 1-0 contro l’Inter, la quale ha poi vinto l’incontro 2-1.
In totale l’acquisto di Ronaldo ha segnato una svolta nella stagione del Milan: con 7 gol in 14 presenze il brasiliano ha dato un apporto decisivo alla rimonta della squadra verso la quarta posizione, necessaria per qualificarsi alla Champions League tramite i preliminari che poi i rossoneri hanno potuto saltare, avendo vinto la massima manifestazione europea per club ad Atene contro il Liverpool.
Nella stagione stagione 2007-2008 è stato vittima di diversi infortuni, che lo hanno costretto a saltare la Coppa del mondo per club.
Rientrato a gennaio 2008, ha subito un nuovo, grave infortunio il mese successivo: entrato in campo da pochi minuti nella sfida contro il Livorno, nel tentativo di colpire di testa il pallone si è procurato la rottura del tendine rotuleo del ginocchio sinistro.
È stato operato il giorno seguente ancora a Parigi da Eric Rolland con la consulenza di Gérard Saillant, il medico che l’aveva operato 8 anni prima.
Ha svolto il programma di recupero tra Italia e Brasile.
Il 29 aprile 2008 è giunta la notizia che Ronaldo è stato trovato in compagnia di tre prostitute transessuali in un motel di Rio de Janeiro.
La polizia ha poi riferito che le tre avrebbero cercato di estorcere al giocatore 50.000 real (circa 20.000 euro) per non dire nulla dell’accaduto ai media.
LA FINE DI UNA STELLA
Nel dicembre 2008 passa al Corinthias, dove chiuderà la carriera con 35 gol in 69 presenza.
Giocherà qui fino al 14 febbraio 2011, a 34 anni e con 10 mesi di anticipo rispetto a quanto programmato in precedenza, Ronaldo ha annunciato il suo ritiro dal calcio giocato per via dei numerosi problemi fisici che ne condizionavano il rendimento, tra cui anche l’aumento di peso dovuto all’ipotiroidismo, malattia diagnosticatagli durante il suo periodo al Milan e che non ha potuto curare adeguatamente in quanto i farmaci usati per trattarla sono considerati dopanti.
La domenica seguente, 20 febbraio 2011, prima della partita casalinga del Corinthians contro il Santos, Ronaldo ha ricevuto una targa commemorativa dal presidente del club paulista Andrés Sanchez e gli ex compagni di squadra sono scesi in campo indossando una maglietta con la scritta “Ronaldo Eternamente em Nossos Corações” (Ronaldo per sempre nel nostro cuore) e hanno disputato la gara con una maglia che riportava una numerazione speciale (tutti i numeri contenevano un 9, storico numero di maglia del Fenomeno) e la dicitura “#prasemprefenomeno” mentre Ronaldo aveva una maglietta con la scritta “Corinthians Eternamente em Meu Coração” (Corinthians per sempre nel mio cuore).
Anche i tifosi hanno omaggiato il loro ex giocatore con un’ovazione al suo ingresso sul campo e con una bandiera raffigurante Ronaldo con la scritta “Fenômeno do Brasil e do mundo” (Fenomeno del Brasile e del mondo) portata verso il cielo da alcuni palloncini.
HANNO DETTO DI LUI
“Credo Ronaldo, il brasiliano, era davvero difficile da fermare. Non dico a livello fisico, ma era così veloce e bravo che avevi sempre bisogno dell’aiuto dei compagni contro di lui”.
MARCEL DESAILLY“Per me, Ronaldo è il più grande di tutti. Era al livello di Pelé. Non c’era nessuno come lui. Nessuno è riuscito a influenzare il calcio e i calciatori emergenti come ha fatto Ronaldo”.
ZLATAN IBRAHIMOVIC“Ronaldo è l’attaccante più duro che io abbia dovuto marcare. Era impossibile da fermare”.
ALESSANDRO NESTA“Ronaldo non è un uomo. E’ forte come un branco”
JORGE VALDANO“Senza esitazioni, Ronaldo è il miglior giocatore con cui abbia giocato. Aveva una tale facilità di controllo. Era il numero uno. Ogni volta che mi allenavo con lui, vedevo qualcosa di diverso, di nuovo, di bello. Ecco quello che differenzia un buon giocatore da un giocatore straordinario”.
ZINEDINE ZIDANE“Era la cosa più veloce che avessi mai visto correre con un pallone ai piedi. Se fosse riuscito a evitare tutti quegli infortuni, avrebbe potuto diventare il giocatore più forte di tutti i tempi”.
SIR BOBBY ROBSON“Gioco in Italia, e tutti quelli con cui ho parlato mi hanno detto che Ronaldo è il miglior giocatore che sia passato di qui. Per me è il più completo di sempre”.
MIROSLAV KLOSE“Uno dei migliori giocatori che io abbia mai visto. Non ho mai visto nessuno in possesso di movimenti migliori. Mi sarebbe piaciuto giocare con lui: gli avrei fatto segnare 2000 goal, passandogli la palla in ogni occasione utile”.
ZICO“Credo che Ronaldo pensasse che non aveva bisogno di lavorare duro come noi in allenamento. Che poteva fare in due giorni quello che gli altri facevano in 10. E di solito aveva ragione”.
EMERSON, EX COMPAGNO IN NAZIONALE“Poteva fare quello che voleva col pallone. Se decideva di segnare, allora segnava. Aveva forza, tecnica e capacità di giocare ovunque, su ogni campo, contro qualunque avversario. Era una spanna sopra tutti gli altri”.
SANDRO MAZZOLA, EX DS DELL’INTER“Nel dicembre del 1992 dissi che avevo mandato al Cruzeiro un ragazzo che sarebbe diventato l’attaccante della nazionale, e che avrebbe disputato i Mondiali del 1998. Mi chiesero il suo nome e io risposi ‘Ronaldo'”.
ROBERTO GAGLIANONE, SUO PRIMO ALLENATORE AL SAO CRISTOVAO“La prima volta che affrontai Ronaldo ero al Parma. Iniziò la partita, e dopo un pó me lo ritrovai davanti. Lui ti puntava, e accarezzava la palla in un modo inconsueto che rimanevi incantato… Tutto questo però lo faceva ad una velocità mai vista prima. Quel giorno, mi saltò di netto con un doppio passo. Stava andando spedito verso la porta, e gridai a Fabio: (Cannavaro n.d.r) mettilo giù mettilo giù… Fabio gli fece fallo, e l’arbitro lo ammonì. Azione successiva, di nuovo uno contro uno, si allunga la palla in velocità, e non potetti fare altro che stenderlo… Subito dopo Fabio mi guardò è disse: Lilly qua finiamo in 9 stasera, come lo fermiamo questo qui?. Ronaldo sentì tutto, si girò verso di noi e disse in un italiano molto scadente: scusatemi sto esagerando. Ci guardammo in faccia io e Cannavaro senza dire nulla. Con quelle parole ci fece sentire piccoli piccoli, quasi impotenti… Anche questo era il Fenomeno”.
LILLIAN THURAM“Ne parlavo con un grande come Maldini, Ronaldo ci ha fatto fare una serie incredibile di figure da cioccolatai. Vi assicuro che noi abbiamo marcato gente come Maradona, ma lui era assurdo. Lo marcavi stretto e lui ti chiamava la profondità, coprivi lo spazio per non dare la profondità e lui ti puntava in uno contro uno, era ossessionante”
ALESSANDRO COSTACURTA
Particolare intervista doppia a Ronaldo e Ronaldinho
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